«In un concerto tenuto nel 2018 a Torino, nel salotto culturale del Maestro Gianni Monasterolo, una poltrona in prima fila sapevo essere destinata a un personaggio d’eccezione, la pianista Vaira Fògola, concertista e docente, dalla veneranda età di 102 anni. Arrivò poco prima del concerto, con la sua aria severa ed elegante, disponendo lentamente le sue lunghe mani sul bracciolo, già concentrata sull’ascolto. Suonai Barber, Chopin le variazioni su tema di Paganini di Brahms e naturalmente la mia musica. Alla fine del concerto tutti si fecero avanti per conoscermi e lei chiese al figlio che mi avvicinassi. Mi piegai verso la sua poltrona, tra un misto di affetto e soggezione. Nei suoi occhi c’era la gravità dei giudizi negativi che sapevo non aveva lesinato a molti di coloro che mi avevano preceduto al pianoforte. “Alla mia età” mi disse “posso permettermi di dire quello che penso senza fare sconti e a lei dico” – deglutii –, “che può andare dove vuole perché ha quello che altri non hanno: i colori”. Tirai un sospiro di sollievo e a quel punto, passato l’esame, cominciammo a parlare di maestri del passato, come Tito Aprea, e di pianisti di oggi.
Nello stesso anno fui chiamato nella stessa location a chiudere la stagione, con il concerto di Natale. Era dicembre, a Torino la temperatura segnava -2°, la poltrona era ancora vuota e pensavo che così sarebbe rimasta. Invece la Maestra Vaira arrivò, si mise lentamente a sedere, mi guardò compunta ed elegante e mi sorrise.
È scomparsa l’anno dopo, serenamente, dopo una vita dedita alla musica, lasciando un grande ricordo di lei. Non so immaginare una vita più perfetta».